Impotenza

Chirurgia protesica – Le protesi peniene

Pubblicato: 12/12/2011 00 Commenti |
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Chirurgia protesica – Le protesi peniene

Chirurgia protesica per risolvere la difficoltà erettile

La chirurgia protesica per il trattamento della difficoltà erettile nel corso dell’ultimo trentennio ha avuto evoluzioni significative tanto da costituirsi, al pari dei trattamenti farmacologici da prescrizione, come un metodo efficace per la risoluzione dei problemi di impotenza.

Generalmente, i pazienti che si sottopongono ad un intervento di chirurgia protesica, sono quelli che non hanno trovato significativo giovamento dalla terapia farmacologica e necessitano di una soluzione più incisiva per mettere fine ai problemi di impotenza e ristabilire erezioni sufficienti.

In realtà, prima di optare per la chirurgia protesica, e prendere in considerazione il ricorso alle protesi peniene , i pazienti dovrebbero discutere con il chirurgo il funzionamento delle protesi peniene, il loro beneficio in termini di erezioni stabili e valutare le potenziali conseguenze che l’intervento di chirurgia protesica potrebbe comportare.

Chirurgia protesica: varie tipologie di protesi peniene

La chirurgia protesica consiste nell’inserimento chirurgico di protesi peniene che consentono di conseguire erezioni ogni qual volta si desidera avere un rapporto sessuale. Le protesi peniene possono essere suddivise in due categorie principali: protesi peniene semi rigide e protesi peniene idrauliche.

A loro volta, le protesi peniene idrauliche possono corredarsi di 2 o 3 componenti, vale a dire cilindri, pompa e serbatoio, ma nella maggior parte dei casi la chirurgia protesica viene effettuata con protesi peniene idrauliche tricomponenti.

Le protesi semi rigide, invece, sono applicate più raramente oggi giorno, poiché meno sicure delle protesi peniene idrauliche e non compatibili nei soggetti con problemi di impotenza che soffrono di diabete o che hanno avuto l’irradiazione del pene.

Difficoltà erettile: ecco come agiscono le protesi peniene tricomponenti

Le protesi peniene tricomponenti, rispetto a quelle bi componenti, sono in grado di garantire erezioni molto più naturali. Ciascuna protesi si caratterizza per un serbatoio impiantato nell'addome, una pompa posta nello scroto e un paio di cilindri impiantati nel pene. L'intero dispositivo è completamente nascosto nel corpo.

Per gonfiare le protesi peniene idrauliche e raggiungere l'erezione basta premere la pompa più volte, questo fa sì che la soluzione salina, contenuta nelle protesi, passi dal serbatoio attraverso il tubo nei cilindri posti nei corpi cavernosi creando una rigidità ottimale per la penetrazione. A fine rapporto è sufficiente premere la valvola di sfogo della pompa per sgonfiare il dispositivo.

Possibili rischi legati alla chirurgia protesica

La chirurgia protesica, per quanto efficace, è certamente più invasiva della terapia farmacologica anti difficoltà erettile. Infatti l’inserimento di protesi peniene prevede delle possibili conseguenze, soprattutto post operatorie, come infezioni, malfunzionamento di uno dei componenti protesici, erosione del dispositivo e migrazione del serbatoio.

Queste sono tutte conseguenze che richiedono l’immediata rimozione delle protesi peniene e la possibilità che vi sia una riduzione della lunghezza dell’organo genitale. Inoltre, coloro che hanno sperimentato un fallimento della chirurgia protesica, non potranno più sottoporsi ad un intervento di inserimento delle protesi peniene.

A fronte di tutto questo, è possibile sostenere che la chirurgia protesica è senza dubbio una possibile soluzione alla difficoltà erettile, tuttavia, prima di sottoporsi a rischi e a conseguenze irreversibili, è bene valutare altre soluzioni per la risoluzione dei problemi di impotenza.

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