
Secondo uno studio effettuato da ricercatori del George Institute for International Health della Università di Sydney, in Australia, tra i benefici del caffè ci sarebbe anche quello di diminuire del 25% il rischio di insorgenza del diabete mellito di tipo 2. Per giungere a tale scoperta, gli studiosi hanno esaminato i dato raccolti in 18 diversi studi, per un totale di 450.000 persone coinvolte.
L’elemento che sorprende è che tali benefici del caffè non sembrano collegabili alla la caffeina, che rappresenta la componente principale di questa famosa bevanda, poiché gli stessi risultati sono stati riscontrati anche fra i consumatori di decaffeinato e tè.
Riguardo questa importante scoperta, Richard Huxley, coordinatore dello studio, ha dichiarato che “l'identificazione dei componenti attivi di queste bevande consentirebbe di aprire nuove vie terapeutiche per la prevenzione primaria del diabete mellito di tipo 2. Si potrebbe anche ipotizzare di consigliare ai nostri pazienti a rischio diabete mellito di aumentare il consumo di caffè, oltre ad aumentare i loro livelli di attività fisica e a cercare di perdere peso”.
Secondo una ricerca dell’INRAN, l’Ente Pubblico Italiano per la Ricerca in Materia di Alimenti e Nutrizione, tra i benefici del caffè ci sarebbe quello di inibire uno degli enzimi intestinali incaricati della digestione dei carboidrati. Tale azione potrebbe consentire anche un rallentamento nell’assorbimento del glucosio e diminuire, di conseguenza, il picco glicemico che si registra alla fine di ogni pasto, contribuendo alla riduzione del rischio di diabete mellito di tipo 2.
Lo studio australiano è stato effettuato utilizzando due diversi approcci sperimentali, ovvero uno bioinformatico e l’altro in vitro. Attraverso tecniche di simulazione al computer è stata valutata la capacità dei composti fenolici contenuti nel caffè di inibire gli enzimi coinvolti nel metabolismo dei carboidrati. Queste simulazioni al computer sono state successivamente confermate dallo studio in vitro.
L’ipotesi è, quindi, che tra i benefici del caffè ci sia la capacità di questa bevanda di interferire con il processo di digestione dei carboidrati, ipotesi che è stata confermata dai dati sperimentali. Tuttavia, come sottolinea la dottoressa Natella, tali dati sono stati ottenuti in vitro ed è necessario attendere conferme da uno studio in vivo condotto sull’essere umano. Quindi, la dottoressa, conclude dichiarando che “se fosse davvero questo il meccanismo con cui il caffè agisce dovremmo consigliare di bere caffè subito dopo i pasti, ma attenzione a non aumentare il numero di tazzine, e a non superare le 4-5 al giorno!”.
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