Pressione Alta

Vivere nella natura per una pressione sanguigna ottimale!

Pubblicato: 14/06/2012 00 Commenti |
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Vivere nella natura per una pressione sanguigna ottimale!

Valori della pressione sanguigna, decisamente migliori per chi vive a contatto con la natura

Secondo gli studiosi dell’Università della California, guidati dal professore di antropologia della UCSB, il dottor Michael Gurven, chi vive nella natura, lavora all’aria aperta e si nutre dei frutti che egli stesso a coltivato, ha maggiori probabilità di mantenere sotto controllo i valori della pressione sanguigna e un minor rischio di contrarre malattie come l’aterosclerosi.

Per arrivare a questa conclusione, gli esperti hanno esaminato lo stile di vita di oltre 2.296 pazienti volontari che vivevano in 82 villaggi indigeni situati nelle pianure tropicali del bacino amazzonico della Bolivia. Dal monitoraggio è emerso palesemente che i valori della pressione sanguigna delle popolazioni indigene erano nettamente più bassi rispetto a quelli riportati dagli individui che vivono in città.

Popolazioni indigene: loro si che hanno dei valori della pressione da far invidia!

Il dottor Gurven ha spiegato che agricoltura, pastorizia, caccia e raccolta di prodotti coltivati nei propri terreni sono tutti elementi a favore del benessere, soprattutto se si soffre di ipertensione. Infatti, analizzando l’alimentazione delle popolazioni indigene, si è potuta constatare la validità di alcuni alimenti in particolare, come le banane, il riso, il pesce, il mais e la selvaggina, nell’abbassare i valori della pressione sanguigna.

Inoltre, la vita delle popolazioni indigene, assai simile a quella dei nostri lontani antenati, è risultata fondamentale per sfatare il rischio di numerose malattie cardiovascolari. Questo perché si è esposti ad agenti patogeni, si conduce uno stile di vita attivo e si segue una dieta naturale e non intaccata da conservanti e smog.

Dopo 10 anni di studio delle popolazioni indigene, oltre a riscontrare dei benefici inerenti i valori della pressione sanguigna, si è anche potuti giungere ad una conclusione ben precisa: solo il 3% della popolazione indigena oggetto di studi ha manifestato problemi di pressione, una percentuale minima se confrontata con il 33,5% degli ipertesi che vivono nelle grandi città.

Alla luce di questi dati, dunque, dovremmo chiederci se non sia meglio ritornare alle abitudini del passato per riscoprire vecchi i valori e uno stile di vita più equilibrato e certamente più salutare di quello attuale.

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