Calvizie: le prostaglandine causano la caduta dei capelli?

Prostaglandine responsabili dell’alopecia androgenetica

La scoperta di una proteina potrebbe essere la chiave per la realizzazione di una nuova cura dell’alopecia androgenetica, la più comune forma di calvizie. Tale notizia è il risultato di uno studio condotto da un’equipe di ricercatori dell’University of Pennsylvania, negli Stati Uniti.

La ricerca, e pubblicata sulla rivista Science Translational Medicine, potrebbe aprire la strada alla medicina rigenerativa legata alla Genomica come efficace arma contro la caduta dei capelli.

Gli studiosi statunitensi, infatti, hanno individuato la molecola responsabile dell’alopecia androgenetica. La molecola in questione è la proteina Prostaglandina D2 (PGD2), che, come spiega il dottor George Cotsarelis, direttore della ricerca, rappresenta il principale inibitore della crescita dei capelli in zone della testa colpite da calvizie.

Combattere la calvizie: è necessario inibire le prostaglandine

Per giungere all’importante scoperta della causa della caduta dei capelli, il dottor Cotsarelis e il suo staff medico hanno analizzato l'attività di oltre 20.000 geni nelle scalpo di un campione composto da uomini di età compresa tra i 40 e i 65 anni. I ricercatori hanno confrontato i geni attivi nell’area della cute popolata di capelli con quelli delle zone colpite dall’alopecia androgenetica.

Grazie a questa strategia, è stato possibile constatare la presenza di una proteina molto più abbondante nella zona calva, in particolare la proteina prostaglandina D2 (PGD2). Successivi test di laboratorio effettuati con i follicoli piliferi umani hanno confermato che la PGD2 rappresenta la causa della caduta dei capelli, poiché ne inibisce la crescita.

In particolare, gli scienziati hanno applicato sulla pelle le prostaglandine sotto forma di crema, notando che la calvizie progredisce nelle aree del cuoio capelluto colpite da un eccesso di PGD2. Tale scoperta pone importanti basi per poter realizzare una nuova cura per l’alopecia androgenetica, che sarebbe possibile bloccando e inibendo in modo naturale l’azione della prostaglandina D2.