Obesità

Obesità: nel 2025 riguarderà il 43% della popolazione

Pubblicato: 17/02/2012 00 Commenti |
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Obesità: nel 2025 riguarderà il 43% della popolazione

Scatta l’allarme obesità: nel 2025 potrebbero essere 20 milioni le persone obese

L’obesità grava fortemente sulla spesa pubblica con un costo attuale di 8,3 milioni di euro per i 5 milioni di persone obese presenti sul territorio nazionale. È quanto sostiene un gruppo di nutrizionisti intenti a salvare il bilancio dello stato e a tutelare la salute della popolazione italiana.

Gli esperti della Scuola Superiore di Pisa sono stati molto chiari, se la situazione obesità non verrà affrontata adeguatamente, nel 2025 le persone obese in Italia, da 5 milioni potrebbero diventare 20 milioni, comportando un costo sociale di oltre 30 milioni di euro, ovvero circa il 20% della spesa pubblica.

Persone obese in netto aumento: serve un intervento governativo

Per affrontare l’emergenza obesità e contenere l’aumento delle persone obese in Italia, è necessario un intervento governativo. Intanto un gruppo di nutrizionisti ed esperti è alle prese con una campagna che promuova la così detta “manovra dietetica”, una sorta di manovra politica volta in primis a salvaguardare la salute e il giro vita degli italiani, ma che al tempo stesso sia anche in grado di diminuire le spese sanitarie e risanare i conti pubblici.

L'iniziativa denominata “Lotta al sovrappeso e all'obesità. Anno III “ è stata appena presentata dal Centro Studi Tisanoreica, in collaborazione con Fimmg, Fimp, Federsanità-Anci e Assofarm.

Persone obese stop! Tentiamo con una tassazione sul cibo spazzatura

Secondo la Commissione europea Idefics (Identificazione e prevenzione di effetti dietetici e stile di vita indotti in giovani e bambini), l’obesità deve essere combattuta sin dall’infanzia. Infatti il problema principale riguarda proprio la fascia di età compresa tra i 6 ed i 9 anni. È quindi nell’infanzia che cibi grassi e zuccheri iniziano a gravare sul peso, favorendo l’obesità nell’età adulta.

Sempre secondo i dati della Commissione europea Idefics, l'obesità infantile in Italia aumenta del 2,5% ogni 5 anni ed è sulla base di questa allarmante situazione che viene ventilata la proposta di una tassazione sul cibo spazzatura da parte del ministro Balduzzi.

Per Gianluca Mech, del Centro studi Tisanoreica, una tassazione sul cibo spazzatura non è affatto una cattiva idea, anche se ritiene necessario innanzitutto un maggiore coinvolgimento dei medici generici e dei pediatri affinché prescrivano alle persone obese diete a basso indice glicemico. Per l’esperto, un’azione mirata sull’obesità infantile significherebbe 1 milione e cinquecentomila obesi in meno ed una riduzione di quasi 2,5 miliardi di euro del costo sanitario annuo.

Persone obese: e il resto del mondo che dice?

L’allarme obesità non è una questione esclusivamente italiana. Infatti sono molte le persone obese nel resto del mondo e, negli Usa, per fronteggiare la situazione è da tempo scattata la “crociata contro il junk food” ovvero il cibo spazzatura. Grazie alla lotta contro il cibo spazzatura, gli Stati Uniti, dopo 30 anni di lotta iniziano proprio ora ad ottenere dei risultati soddisfacenti ed i tassi di obesità sembrano essersi finalmente stabilizzati.

In Francia,invece, dove le persone obese corrispondono al 15% della popolazione adulta, il Ministero della Salute sta valutando di intervenire limitando il numero degli spot televisivi di prodotti ad alto contenuto di zuccheri trasmessi nelle fasce orarie più seguite dai giovani.

In Germania l’obesità è ritenuta una vera e propria malattia nazionale, poiché riguarda addirittura il 30% della popolazione. I ministeri tedeschi hanno pertanto stabilito un piano d'azione che prevede, tra le varie iniziative, la consegna di un patentino alimentare ai bambini delle elementari.

Più drastiche le misure anti obesità adottate dalla Danimarca che ha introdotto una tassa sul grasso, mentre l’Ungheria ha istituito la “tassa-chips”, sugli alimenti particolarmente zuccherati o salati e sulle bibite con contenuto di frutta inferiore al 25% e sugli energy drink.

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