Obesità: scoperto il nesso con le disfunzioni cognitive

Le disfunzioni cognitive come conseguenza di obesità e sovrappeso

Per i ricercatori dell'Università di Turku e Aalto (Finlandia) le disfunzioni cognitive sarebbero più accentuate nelle persone affette da obesità e sovrappeso. Lo studio infatti, è sorto proprio sulla base di alcuni dati scientifici che riportano un significativo aumento delle alterazioni delle funzioni del cervello nelle persone con un peso al di sopra della norma.

Già da tempo agli esperti era noto un legame tra l’obesità, il sovrappeso ed il sistema nervoso centrale, implicato nell’elaborazione dei segnali della fame, ma grazie agli studiosi finlandesi, adesso potrebbero esserci delle prove più concrete sul ruolo che il cervello ha nella comparsa di obesità e sovrappeso.

Quali le prove della relazione tra obesità e disfunzioni cognitive?

Per rintracciare delle prove certe di un legame tra obesità e disfunzioni cognitive, i ricercatori hanno misurato i circuiti cerebrali con diversi metodi di brain imaging, ovvero con delle tecniche neuroradiologiche recenti, note anche come “neuroimaging”, che permettono di conoscere meglio la fisiologia del cervello e del sistema nervoso, nonché le anomalie cerebrali di rilevanza eziopatogenetica e prognostica nei vari disturbi mentali.

I risultati ottenuti hanno rivelato che nei soggetti affetti da obesità e sovrappeso, a differenza dei soggetti in normopeso, il metabolismo del glucosio cerebrale era significativamente più alto nelle regioni striatali del cervello, ovvero di quelle zone coinvolte nella elaborazione dei segnali di ricompensa (vale a dire dei segnali che rendono il senso di gratificazione e di soddisfazione nell'individuo).

Obesità e disfunzioni cognitive: le conclusioni degli esperti

Lauri Nummenmaa Adjunct, professoressa presso l'Università di Turku a spiegato che "i risultati dello studio suggeriscono che il cervello degli individui affetti da obesità potrebbe generare costantemente dei segnali che promuovono l'assunzione di cibo anche quando il corpo non richiederebbe l'assorbimento di energia supplementare".

"questo significa – ha continuato l’esperta – che l’obesità potrebbe avere realmente un ruolo nella comparsa delle disfunzioni cognitive e che a breve potrebbero essere messi a punto dei nuovi trattamenti farmacologici per il trattamento di questa condizione che sfruttino l’attività cerebrale degli individui".