Pressione Alta

L’oscillazione dei valori pressori ed il rischio di attacchi cardiaci

Pubblicato: 07/12/2012 00 Commenti |
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Valori pressori oscillanti? occhio agli attacchi cardiaci

Stando ad uno studio condotto in Gran Bretagna in collaborazione con l’American College of Cardiology, delle costanti variazioni della pressione sanguigna esporrebbero ad un rischio maggiore di attacchi cardiaci.

Che l’ipertensione sia causa di attacchi cardiaci, ictus e altri eventi cardiovascolari non è di certo una novità, ma che un’oscillazione dei valori pressori fosse ritenuta ancor più pericolosa è un aspetto sino ad oggi forse troppo sottovalutato. Non a caso, a breve, proprio la pressione sanguigna altalenante potrebbe essere inclusa tra le principali cause di attacchi cardaci.

Se la pressione sanguigna fa i capricci a risentirne è il cuore e non solo…

I ricercatori inglesi hanno potuto appurare il legame tra le oscillazioni dei valori pressori ed il rischio di attacchi cardiaci grazie alla monitorizzazione di ben 1900 pazienti già in trattamento con farmaci beta-bloccanti o calcio-antagonisti.

Dai risultati dello studio è emerso che i soggetti con una percentuale superiore al 10% di variazioni nella pressione sanguigna presentavano un rischio 4 volte superiore non solo di andare incontro ad attacchi cardiaci ma anche ad eventi vascolari di tipo cerebrale come l’ictus.

Inoltre i pazienti in trattamento con farmaci calcio-antagonisti risultavano avere un rischio del 22% inferiore rispetto ai pazienti in cura con beta-bloccanti e la spiegazione di ciò, secondo gli esperti, sarebbe proprio da imputare all’oscillazione dei valori pressori, evidentemente più frequenti con l’impiego di questi ultimi farmaci.

Pressione sanguigna: nuovi approcci terapeutici all’orizzonte

Per i medici dell’American College of Cardiology, una delle più importanti associazioni statunitensi sulla salute del cuore, la scoperta di un nesso tra variazione dei valori pressori e rischio di attacchi cardiaci è di notevole importanza poiché in futuro si potrebbero realizzare nuove terapie volte a stabilizzare le oscillazioni della pressione sanguigna, piuttosto che ad abbassarla.

A pensarla nello stesso modo degli esperti americani vi sono anche i ricercatori dell’Università di Oxford i quali sostengono come le persone che presentano una variazione più alta nella pressione sanguigna sistolica, risultano essere quelli a maggior rischio di ictus, per altro di ben sei volte superiore rispetto a quello di altri pazienti monitorati.

Sai cos’è l’ipertensione e come trattarla?

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