Ipertensione: possibile cura con il gene GNB3

Grandi passi avanti nella cura dell’ipertensione

Un gene mutato del pollo potrebbe essere impiegato come cura dell’ipertensione. È quanto affermato dai ricercatori dell’University of Abertay Dundee, i quali hanno scoperto che un gene mutato del pollo, quello responsabile di malattie gravi come cecità e anomalie renali, è anche quello che nell’uomo aumenta il rischio di ipertensione.

Gli studi sul gene mutato del pollo sono stati pubblicati recentemente sulla rivista online Plos ONE e si sono rivelati di grande utilità nella ricerca per la lotta all’ipertensione, una malattia che attualmente causa oltre 62.000 morti l’anno.

Nuovi farmaci per chi è predisposto geneticamente all’ipertensione

Il dott. Doug Lester, ricercatore presso la Abertay's School of Contemporary Sciences, sostiene che questa scoperta è fondamentale per la messa a punto di nuovi farmaci contro l’ipertensione, almeno per gli individui che sono geneticamente predisposti a tale condizione. Ciò significa che, se ulteriori ricerche sul gene mutato del pollo dovessero dare esito positivo, si potrebbe prevenire l’ipertensione e probabilmente anche curarla.

A sostenere le teorie dei ricercatori dell’Abertary vi sono anche gli studiosi del Roslin Institute dell'Universita' di Leeds e del Ninewells Hospital di Dundee. Infatti, la loro collaborazione ha portato ad un’analisi approfondita del gene mutato del pollo noto anche come GNB3.

Gene GNB3 pericoloso ma importante per la ricerca

Il gene GNB3 è tendenzialmente pericoloso, poiché può provocare seri danni renali e cecità. Tuttavia gli studiosi hanno riscontrato che il gene mutato del pollo non solo provoca i danni sopracitati, ma è in grado di predisporre all’ipertensione.

Il dott. Lester fa notare che in circa la metà degli esseri umani vi è una variante comune del gene GNB3 che li predispone all'ipertensione, ed è da questo dato fondamentale che bisogna partire per scoprire una nuova terapia farmacologica contro questa condizione.