Aviaria: per la Fao l’ influenza aviaria rimane una minaccia

Influenza aviaria

Aviaria: per la FAO l’ influenza aviaria rimane una minaccia

Il virus dell’ influenza aviaria rimane una minaccia nonostante il virus H5N1 sia stato debellato dal pollame in tutti i paesi infettati dal 2006. L’allarme arriva dalla FAO che incita a mantenere l’allerta sull’ influenza aviaria non sottovalutando il virus e la sua pericolosità. Anche gli esperti dell’Onu si esprimono a riguardo dell’ influenza aviaria affermando che: “il virus dell’ influenza aviaria continua a costituire una minaccia per la salute animale e umana a livello mondiale”.

Aviaria: una conferenza internazionale sull’ influenza aviaria

Lunedì 10 maggio, si è tenuta la Conferenza ministeriale internazionale sull’epidemia animale scatenante l’ influenza aviaria nell’uomo. Il capo veterinario della FAO durante la conferenza ha affermato che l’ influenza aviaria è ancora radicata in Egitto, Indonesia, Bangladesh, Vietnam e Cina. In questi paesi le possibilità che il virus dell’ influenza aviaria si espanda alla popolazione sono altissime ed è per tale motivo che va creato un piano per il monitoraggio dell’ influenza aviaria nel mondo. L’Onu sottolinea: l’ influenza aviaria deve diventare “priorità internazionale”.

L’epidemia da influenza avaria ricorda la Fao, ha portato alla morte di 292 esseri umani, ha costretto ad abbattere oltre 260 milioni di volatili e ha provocato perdite economiche in tutto il mondo, oltre ad avere distrutto le condizioni di vita a livello di piccoli allevatori colpiti dal dilagare del virus dell’ influenza aviaria a macchia d’olio. Gli esperti riunitisi alla Conferenza hanno inoltre convenuto che fino a quando l’influenza aviaria sarà presente anche in un solo paese, la minaccia di contrarre il virus dell’ influenza aviaria non sarà mai del tutto sfatata.

Influenza aviaria: quali le conclusioni degli esperti

Il ceppo H5N1 dell’ influenza aviaria rimane radicato in posti in cui sono presenti decine di milioni di anatre domestiche allevate all’aperto, in zone in cui esiste una notevole produzione industriale di carni bianche, e dove la densità di popolazione umana ed animale è molto alta. In una situazione di questo tipo, trovare soluzioni efficaci per sfatare l’ influenza aviaria è impresa ardua. Va tenuto conto anche del fatto che il processo di crescita economica e demografica, crea una condizione fertile per l’attecchimento di malattie infettive come l’ influenza aviaria e che concentrazioni sempre più intense di esseri umani ed animali non giova al controllo sulla salute pubblica.

È evidente che gli esseri umani, ancora oggi continuano ad essere esposti al pericolo di contagio dell’ influenza aviaria d’origine animale. Le dimensioni dei focolai del virus dell’influenza aviaria attualmente rimangono imprevedibili. FAO, Onu e Oms sono i tre organismi alla guida del sistema internazionale operante contro il virus dell’ influenza aviaria e che costantemente cercano una soluzione definitiva per debellare l’ influenza aviaria pericolosa per l’uomo. Ciò che invece noi possiamo fare, è cercare di mantenere un buono stato di salute non compromettendo le nostre difese immunitarie, poiché in caso di abbassamento delle difese immunitarie è molto più facile che il virus dell’ influenza aviaria colpisca.