Acido clavulanico: un antibiotico come terapia anti impotenza

Terapia anti impotenza erettile a base di acido clavulanico: ecco le novità a riguardo

Entro la fine del 2012 sono attesi i risultati di un importante studio clinico di fase IIb inerenti una terapia anti impotenza a base di acido clavulanico, un inibitore enzimatico della beta lactamasi. Se l’efficacia di questa nuova terapia anti impotenza fosse confermata, gli uomini affetti da impotenza erettile, che non possono assumere farmaci inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 come Viagra, Cialis e Levitra, potrebbero finalmente avere una valida alternativa per trattare la propria condizione.

I risultati più che soddisfacenti, ottenuti dal primo studio di fase IIa, hanno spinto gli studiosi a proseguire le loro ricerche in merito alle potenzialità dell’acido clavulanico come terapia anti impotenza. Ciò che maggiormente preme agli esperti è rintracciare dei nuovi farmaci che non abbiano controindicazioni legate al rischio cardiovascolare e che possano, per questo, sostituirsi ai farmaci attualmente impiegati per il trattamento dell’impotenza erettile.

Acido clavulanico: come agisce questa terapia anti impotenza?

A differenza di trattamenti inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5, che intervengono esclusivamente sulla funzionalità erettile, l’acido clavulanico agisce anche sul sistema nervoso centrale. Nello specifico la terapia anti impotenza a base di acido clavulanico, pare incida sull’azione della serotonina e della dopamina, ovvero sulla funzione di quelle molecole che svolgono un ruolo fondamentale nelle tre fasi della funzionalità erettile (eccitazione, erezione e rilascio).

Il Prof. Furio Pirozzi Farina, Presidente della Società Italiana di Andrologia, spiega che siamo dinanzi alla prima terapia anti impotenza capace di agire con modalità che riguardano sia la componente psicogena che organica dell’impotenza erettile. Questo vuol dire che la terapia anti impotenza a base di acido clavulanico potrebbe non solo risolvere i problemi di erezione ma anche quelli di eccitazione.

Terapia anti impotenza: la sperimentazione nel dettaglio

Dopo la pubblicazione, nel 2009, di uno studio pre clinico sui ratti, realizzato dall’Università di Utrech (Paesi Bassi), dal quale emergeva un aumento dell’attività sessuale a seguito della somministrazione di acido clavulanico, la sperimentazione è proseguita sull’uomo con uno studio clinico di Fase IIa in doppio cieco, randomizzato, con controllo verso placebo, che ha valutato la sicurezza e l’efficacia preliminare in 39 maschi tra i 18 ed i 65 anni affetti da impotenza erettile.

Il miglioramento della funzionalità erettile è stato misurato attraverso i parametri dell’International Index of Erectile Function (IIEF) per un periodo di 8 settimane, evidenziando, oltre ad un miglioramento generale della qualità della vita anche una estrema sicurezza e alta tollerabilità dell’acido clavulanico.

Lo studio clinico di Fase IIb, ossia quello attualmente in corso, ha invece coinvolto 225 uomini affetti da impotenza erettile di età compresa tra i 18 ed i 65 anni, ma per i risultati bisognerà attendere ancora un po’ di tempo.