L’arsenico favorisce il rischio di ipertensione e diabete

L’esposizione all’arsenico aumenta il rischio di ipertensione e diabete

Essere a contatto con l’arsenico per lungo tempo può favorisce l’insorgenza di ipertensione e diabete. Questo è l’allarme lanciato dallo staff del dottor J. Kunrath dell’Università di Yale di New Haven, che ha condotto lo studio analizzando il fenomeno in Romania, dove è stata registrata un’elevata presenza di questa sostanza nell’ambiente e nelle falde acquifere.

Per giungere a tale scoperta, gli esperti statunitensi hanno effettuato dei test su un gruppo di volontari apparentemente sani e normotesi, di cui 16 erano esposti all’arsenico e 19 invece non erano mai entrati in contatto con la sostanza.

Dai risultati è emerso che i soggetti esposti all’arsenico avevano una maggiore propensione a sviluppare le due patologie, manifestando iper-reattività pressoria sia nella fase anticipatoria dello stress sia durante il cold pressor test.

Perché l’arsenico rientra tra le cause di ipertensione e diabete?

Il dottor Kunrath ha spiegato l’associazione tra arsenico ed ipertensione arteriosa, affermando che il consumo di acqua contenente tale sostanza, determina una stimolazione del sistema nervoso simpatico con una iper-reattività pressoria che può dar luogo ad un'ipertensione stabile.

Per quanto riguarda il diabete, invece, il nesso tra questa condizione e l’arsenico è dimostrata dalla revisione di un precedente studio, effettuata da un gruppo di esperti del National Institutes of Health coordinati dalla dottoressa Elizabeth Maull.

Nello specifico, gli esperti hanno potuto constatare che una concentrazione di arsenico nell’acqua potabile superiore a 150 microgrammi per litro provoca un impatto deleterio sull’organismo umano, tale da favorire l’insorgenza del diabete.

Arsenico: pericoloso anche per altre patologie

L’esposizione all’arsenico non è soltanto una delle cause di ipertensione e diabete, ma sembra essere il responsabile anche di altre condizioni, come l’obesità e i tumori. In realtà, gli esperti sottolineano quanto sia difficile individuare una soglia precisa poiché non è ben chiaro cosa vada misurato. Come mai?

La risposta è che “la quantità di arsenico nell’acqua è solo parzialmente indicativa dell’assorbimento sulla lunga distanza, poiché le concentrazioni non sono stabili. L’analisi del capello ci dice invece quanto metallo è stato assorbito nei mesi precedenti l’esame, mentre lo studio dell’unghia ci permette di estendere la conoscenza di qualche anno, ma purtroppo, il materiale a disposizione è troppo esiguo”.