Plasmodium falciparum
Plasmodium falciparum: cos’è?
Il Plasmodium falciparum è un protozoo parassita e rappresenta una delle quattro specie di Plasmodium che causano la malaria nell’essere umano. È trasmesso dalla zanzara della malaria della specie Anopheles femmina e dà luogo alla più pericolosa di queste infezioni, poiché la febbre malarica provocata da Plasmodium falciparum ha il tasso più elevato di complicanze e di mortalità. Si pensi che nel 2006, infatti, esso rappresentava il 91% di tutti i 247 milioni di infezioni malariche umane, di cui il 98% in Africa.
Una volta punti dalla zanzara della malaria, il periodo di incubazione del Plasmodium falciparum è compreso tra i 7 e i 14 giorni. Questo parassita è endemico in Africa tropicale e con minore prevalenza in Asia ed America Latina. Nella maggior parte dei paesi africani, i casi di febbre malarica dovuti al Plasmodium falciparum rappresentano oltre il 75%, mentre nelle altre aree geografiche in cui è presente la malaria predominano altre specie di Plasmodium.
È bene sottolineare che le infezioni da Plasmodium falciparum non trattate possono comportare insufficienza renale, edema polmonare, coma e progredire fino al decesso dell’individuo. Dai dati nazionali, si evince che la quasi totalità dei decessi dei viaggiatori a breve termine è avvenuta perché non era stata effettuata una tempestiva diagnosi di malaria e, quindi, non era stata effettuata per tempo un’adeguata e specifica terapia.
Plasmodium falciparum: come avviene il contagio nell’uomo?
Il ciclo vitale del Plasmodium falciparum avviene tra due ospiti, ovvero la zanzara della malaria e l’essere umano. In particolare, la zanzara femmina della specie Anopheles è l'insetto implicato nella trasmissione della febbre malarica, esso si infetta succhiando sangue da un uomo già precedentemente contagiato, quindi punge un nuovo individuo per nutrirsi del suo sangue ed inietta lo sporozoita, forma del plasmodio, all’interno del circolo sanguigno umano.
A loro volta, gli sporozoiti infestanti, vengono sequestrati dalle cellule del fegato, e nel giro di un’ora si ritrovano tutti all'interno delle cellule epatiche, dove maturano fino a trasformarsi in schizonte. Le cellule del fegato infettate si rompono e rilasciano i merozoiti nel circolo sanguigno. A questo punto il Plasmodium falciparum inizia una moltiplicazione asessuata nel globulo rosso, colonizzando altri globuli rossi, maturando e riattivano un nuovo ciclo di maturazione.
Tale meccanismo è la causa dell'aumento dei parassiti nel sangue e delle gravi anemie emolitiche provocate dalla febbre malarica. La zanzara della malaria necessita di una pasto ematico per garantire la maturazione delle uova, ma, dato che depone più volte le uova durante la sua esistenza, dovrà assumere più volte pasti ematici, quindi avrà diverse occasioni per prelevare o trasmettere i parassiti della malattia.
Prevenzione dal contagio del Plasmodium falciparum
Le modalità per proteggersi dalla puntuta della zanzara della malaria e prevenire la febbre malarica dovuta al Plasmodium falciparum, sono esclusivamente due e consistono nella chemioprofilassi, ovvero l’impiego di farmaci, e la profilassi comportamentale. A tal riguardo, è però importante sottolineare che non esiste alcuna profilassi farmacologica in grado di offrire una protezione completa dal Plasmodium falciparum, poiché tutti i farmaci disponibili comportano eventuali effetti collaterali che ne diminuiscono la tolleranza e, quindi, riducono l’aderenza al trattamento.
La profilassi comportamentale, che consiste nella protezione nei confronti della zanzara della malaria, allo stato attuale rappresenta la pietra miliare nelle difese contro l'infezione malarica, infatti un’opportuna protezione nei confronti delle punture di insetto permette di ridurre del 90% il rischio di febbre malarica. Generalmente la zanzara della malaria tende a pungere all’imbrunire quando l’intensità dei raggi solari si riduce, di conseguenza, soprattutto in questi momenti della giornata è fondamentale che i viaggiatori mettano in atto tutte le misure per impedire il contatto con l’insetto.
Trattamento contro il Plasmodium falciparum
I plasmodi, specialmente il Plasmodium falciparum, sono diventati altamente resistenti a quasi tutti i farmaci realizzati per combatterli e a diversi insetticidi utilizzati per disinfestare le aree in cui è presente la zanzara della malaria. Infatti, la farmaco-resistenza alla clorochina, l’antimalarico meno costoso e maggiormente impiegato, è ormai diffusa in tutta l’Africa sudorientale, zone in cui si è affermata una forma di resistenza anche ad un altro farmaco alternativo alla clorochina, ovvero la sulfadossina-pirimetamina.
Di conseguenza, numerosi Paesi sono costretti ad utilizzare nuove combinazioni di farmaci molto più costosi. In particolare, nell’ultimo decennio, un nuovo gruppo di antimalarici realizzati con composti combinati dell’artemisinina, stanno dando ottimi risultati, registrando una riduzione della presenza di plasmodio e miglioramento dei sintomi.
In attesa della creazione di un efficace vaccino contro la malaria, l’uso di zanzariere trattate con insetticidi e di trattamenti preventivi a intermittenza con farmaci antimalarici, può ridurre in modo significativo l’incidenza della malattia nelle zone endemiche in cui è altamente presente la zanzara della malaria.