Influenza suina
Influenza suina - il virus dell’influenza H1N1
Nell’aprile del 2009, l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) dichiarò che un nuovo ceppo del virus dell’influenza era stato contratto dagli esseri umani e che dal Messico si stava diffondendo rapidamente. Da allora questo nuovo ceppo del virus influenzale venne definito come virus dell’influenza H1N1 o più semplicemente influenza suina.
In seguito alla rapida diffusione dell’influenza suina, l’OMS allertò i governi sui possibili rischi connessi alla diffusione di questa nuova influenza e al suo potenziale pandemico, alzando così il livello di attenzione per la preparazione di una risposta farmacologica nei confronti di quella che si prospettava come una vera e propria pandemia influenzale.
Già in quella prima fase di allerta, i ricercatori erano a conoscenza del fatto che i virus influenzali di differenti specie aviarie infettano i suini, e che questi virus possono andare incontro a fenomeni di "riassortimento" dando origine ad un mix di virus umani/aviari/suini. Insomma, le pandemie influenzali non erano una novità per gli esperti, in quanto l’ influenza H1N1, se pur in forme differenti, aveva già colpito in precedenza.
Influenza suina - dall’origine alla diffusione dell’influenza H1N1
I primi focolai di influenza suina sono stati segnalati in Messico nel mese di aprile del 2009. Entro il giugno dello stesso anno i casi di influenza H1N1 sono stati identificati in tutto il mondo, e i medici e l'OMS hanno dichiarato ufficialmente la pandemia da influenza suina a livello globale.
L’influenza suina si è così diffusa in tutto il mondo nel giro di poche settimane, fino a raggiungere 74 paesi e colpire oltre 30.000 persone nei primi 3 mesi dalla comparsa del ceppo virale dell’influenza H1N1. In mancanza di una vaccinazione mirata o di un trattamento farmacologico efficace, i rischi di decessi associati all'influenza suina furono altissimi tanto da destare un’allarmante preoccupazione per la salute pubblica mondiale.
Fortunatamente, per sopperire al grande rischio di decessi che si profilava con il diffondersi dell’influenza H1N1, fu adottata la soluzione Tamiflu, un farmaco antivirale efficace sia nella prevenzione che nel trattamento dei sintomi dell'influenza suina, al fine di evitarne la propagazione su ampia scala.
Nonostante l’allarme pandemico e la pericolosità dell’influenza H1N1, le misure preventive messe in atto in tutto il mondo hanno permesso di tenere sotto controllo il virus dell’influenza suina rendendone meno grave la minaccia.
Influenza suina oggi - esiste ancora il pericolo?
Nel mese di agosto 2010, l'OMS ha riconosciuto la riduzione del rischio di influenza suina e dichiarato ufficialmente terminata la pandemia da influenza H1N1. Nonostante ciò l’influenza suina è ancora attiva, se pur in forma assai lieve e non pericolosa rispetto all’anno scorso, ecco perché attualmente si parla di "nuova influenza H1N1".
La "nuova" influenza H1N1 si presenta essenzialmente con una triade di sintomi, rappresentata da febbre alta (oltre i 38 gradi) che insorge bruscamente, dolori muscolari e almeno uno fra questi sintomi respiratori: mal di gola, tosse, congestione nasale. Di solito l’esordio dell’influenza H1N1 si accompagna anche a mal di testa, debolezza e affaticamento, nausea o vomito, ma può essere tenuta sotto controllo, senza destare particolari reoccupazioni, con l’aiuto di farmaci antivirali volti alla prevenzione e all’alleviamento dei sintomi influenzali.
Infatti, il Ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha dichiarato: "L'influenza H1N1 può essere mortale solo in persone che non hanno difese immunitarie. Ma gli italiani, molto probabilmente le hanno in qualche modo sviluppate nel corso della prima ondata di influenza suina".
Ciò significa che l’influenza suina H1N1 non va sottovalutata ma neanche temuta. Basta semplicemente adottare misure di prevenzione e se necessario, utilizzare farmaci anti virali come Tamiflu.