ACE-inibitori
ACE-inibitori: cosa sono?
Gli ACE-inibitori sono una categoria di farmaci antipertensivi che vengono impiegati specialmente nella terapia dell'ipertensione arteriosa, del post-infarto del miocardio e dell'insufficienza cardiaca cronica, ma vengono usati anche nello scompenso cardiaco e nella nefropatia diabetica. Questi farmaci vengono così chiamati perché il meccanismo d’azione degli ACE-inibitori è quello di inibire l’Enzima di Conversione dell'Angiotensina (Angiotensin Converting Enzyme= ACE), che fa parte del complesso che regola la pressione arteriosa (sistema renina-angiotensina-aldosterone).
Il primo ACE-inibitore fu trovato nel veleno di una vipera, in particolare un esemplare di Bothrops jararaca, genere di serpenti della famiglia dei Viperidi, e il riconoscimento della sua struttura chimica consentì di preparare degli ACE-inibitori sintetici, di cui si conoscono ormai una cinquantina di varianti.
Tali farmaci sono sempre più importanti non solo in pazienti con ridotta frazione di eiezione cardiaca ma anche in pazienti con associata angina poiché riducono la frequenza di infarti e di morti. I medicinali appartenenti a questa categoria sono tutti accomunati dal suffisso –pril, dovuto al meccanismo d’azione degli ACE-inibitori che mimano un polipeptide terminante in prolina, da cui deriva la desinenza comune.
ACE-inibitori: cos’è l’enzima di conversione dell'angiotensina?
L'enzima di conversione dell'angiotensina è un enzima appartenente alla famiglia delle esopeptidasi, che ha la capacità di modificare l'Angiotensina I in Angiotensina II, un'ottapeptide che in associazione con la renina e l'aldosterone, forma il complesso renina-angiotensina-aldosterone. Quest’ultimo interviene nella regolazione della pressione sanguigna, del volume plasmatico circolante ed del tono della muscolatura arteriosa, e risulta essenziale in tutti i meccanismi collegati all'ipertensione arteriosa.
L'angiotensina II, quindi, è l'effettore più efficace ad azione ipertensiva del sistema renina-angiotensina-aldosterone, che controlla il volume dei liquidi extracellulari e la vasocostrizione delle arterie. Nel caso in cui questo enzima non viene regolato, si verifica un alto tenore di vasocostrizione che causa l'ipertensione. L'utilizzo di un farmaco ACE-inibitore rappresenta uno dei rimedi farmacologici principali nel trattamento dell’ipertensione arteriosa, infatti il meccanismo d’azione degli ACE-inibitori contribuisce ad inibire questo enzima.
Meccanismo d’azione degli ACE-inibitori
Il meccanismo d'azione degli ACE-inibitori si realizza nell’inibizione dell'enzima di conversione dell'angiotensina. Quest'enzima all’interno dell’organismo svolge due compiti principali:
- Converte il decapeptide inattivo angiotensina I, mediante scissione dei due aminoacidi C-terminali in angiotensina II, un octapeptide con attività da vasocostrittore
- Catalizza la degradazione del mediatore bradichinina in prodotti inattivi
Il meccanismo d’azione degli ACE-inibitori che inibisce l'enzima di conversione dell'angiotensina determina una diminuzione della concentrazione dell'angiotensina-II in corrispondenza dei recettori per l'angiotensina (AT1 e AT2). Come conseguenza si verifica in primo luogo la caduta del tono dei vasi sanguigni e, in seguito, la diminuzione della pressione arteriosa.
Inoltre, il meccanismo d’azione degli ACE-inibitori non si limita a questo, poiché la riduzione dei livelli di angiotensina-II causa a una diminuzione della liberazione di aldosterone dalla corteccia surrenale e, quindi, influisce sul bilancio idrico. Nelle patologie renali, quali ad esempio la nefropatia diabetica, il meccanismo d’azione degli ACE-inibitori si esplica in una diminuita eliminazione di proteine (proteinuria) ed impedisce, almeno in parte, che la malattia progredisca.
ACE-inibitori: quali gli effetti collaterali?
Se un farmaco ACE-inibitore viene usato correttamente, la possibilità che si possano verificare effetti collaterali è molto rara. Di solito, i più comuni effetti avversi associati all’utilizzo di questa categoria di farmaci sono:
- Ipotensione
- Tosse
- Iperkaliemia
- Cefalea
Altri effetti collaterali comuni legati all’utilizzo di questi farmaci includono vertigini, stanchezza, nausea e insufficienza renale, sintomi generalmente di breve entità e destinati a scomparire in breve tempo. L’insufficienza renale rappresenta un significativo effetto negativo di tutti gli ACE-inibitori, ma la ragione di tale reazione è ancora sconosciuta.
Effetti collaterali meno frequenti sono rappresentati da disturbi del gusto e rash cutanei, associati infatti all’uso di Captopril e molto più rari nella maggior parte delle ACE-inibitori. L’assunzione di questi farmaci è controindicata in soggetti che manifestano intolleranza o allergia ai principi attivi contenuti in un qualsiasi ACE-inibitore ed alle donne in stato di gravidanza o in fase di allattamento. Inoltre, l’assunzione di questi farmaci è sconsigliata a pazienti affetti da angioedema, disturbi renali significativi ed ipotensione.