Pressione sistolica e pressione diastolica
Pressione arteriosa sistemica: si suddivide in pressione sistolica e pressione diastolica
La pressione arteriosa sistemica, comunemente chiamata pressione sanguigna o pressione arteriosa, è la pressione del sangue arterioso sistemico (intesa come l'intensità della forza che il sangue esercita su una parete del vaso di area unitaria) misurata a livello del cuore. Infatti, la pressione sanguigna varia lungo tutto l'apparato vascolare e dal ventricolo sinistro del cuore va diminuendo gradualmente sino alle arteriole. La pressione arteriosa sistemica si suddivide in:
La pressione sistolica è meglio nota come "pressione massima" e si determina durante la contrazione (sistole) del ventricolo del cuore.
La pressione diastolica è meglio nota come "pressione minima" e si determina durante il rilassamento (diastole) del ventricolo del cuore.
I valori della pressione sistolica e della pressione diastolica
L'unità di misura impiegata per definire la misurazione della pressione è rappresentata dai millimetri di mercurio (mmHg). Quando si esegue la misurazione della pressione i valori che è necessario prendere in considerazione sono due, ovvero quelli della pressione sistolica e quelli della pressione diastolica.
Nella seguente tabella vengono riportati i valori della pressione e le varie classificazioni.
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Dunque, le linee guida, messe a punto sin dal 1997, hanno stabilito che i valori limite per la definizione dell'ipertensione arteriosa non superano i 140/90 mmHg per i soggetti giovani-adulti (con età superiore ai 18 anni).
Maggiore incidenza della pressione sistolica rispetto alla pressione diastolica
L'ipertensione arteriosa, ovvero la condizione che porta ad avere la pressione sistolica e diastolica alta, è una tra le malattie più diffuse nei paesi industrializzati, tant'è che si riscontra nell'oltre 20% della popolazione adulta ed è considerata uno dei maggiori problemi clinici di questo secolo. Studi clinici però anno evidenziato che i problemi di ipertensione in molti soggetti, specie in quelli anziani, sono determinati prevalentemente dalla pressione sistolica alta e non dalla pressione diastolica.
Generalmente la pressione diastolica aumenta progressivamente fino ai 55 anni di età e tende nel tempo a stabilizzarsi o addirittura a decrescere, mentre la pressione sistolica continua ad aumentare anche in età avanzata, definendosi come "pressione sistolica isolata". Ciò, quindi, determina una maggiore incidenza della pressione sistolica alta, specie in soggetti al di sopra dei 65 anni di età.
In Italia, la prevalenza della pressione sistolica alta, rispetto a quella diastolica, secondo vari studi epidemiologici, varia da un minimo del 67% ad un massimo del 72% in soggetti al di sopra dei 65 anni di età e, nelle persone al di sopra degli 80 anni, la percentuale si eleva al ben 80%.
Rischi associati alla pressione sistolica e diastolica alta
L'ipertensione arteriosa non è una vera e propria malattia, tuttavia la pressione sistolica e la pressione diastolica alta si costituiscono come un "fattore di rischio" per l'infarto del miocardio, per l'ictus cerebrale e per altre malattie del sistema cardiocircolatorio.
Detto in maniera semplicistica, le persone che hanno una pressione sistolica e/o pressione diastolica alta non necessariamente sono da considerarsi malate in quanto possono godere di ottima salute anche tutta la vita. È anche vero però che la pressione sistolica e la pressione diastolica alta, se abbinate ad altri fattori di rischio cardiovascolare, come la dipendenza dal fumo, l'obesità ed il sovrappeso, l'ipercolesterolemia ed il diabete, possono aumentare di molto le possibilità di avere un infarto, un ictus o altre malattie cardiocircolatorie.