Pressione Alta

Ipertensione: prima causa di morte a livello mondiale

Pubblicato: 10/10/2012 00 Commenti |
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Ipertensione: una minaccia fatale

I dati sull’ipertensione messi a disposizione dalla Siia (Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa) in occasione del XXIX Congresso Nazionale, tenutosi sino al 6 ottobre 2012 a Roma, non sono certo confortanti e sottolineano l’importanza di agire per bloccare una condizione considerata la prima causa di morte a livello mondiale.

Stando ai dati statistici, infatti, solo il 25-30% dei pazienti monitorizza costantemente i livelli pressori , mentre solo un paziente su 4 si rivolge al medico ed impiega i trattamenti farmacologici per migliorare le proprie condizioni di salute. Una realtà sconfortante questa che, però, stimola a nuove iniziative da parte della Siia e della fondazione Agnes, organizzatrice, per altro, del Congresso.

I dati sconfortanti sull’ipertensione e le strategie per cambiare la situazione

L’obiettivo della Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa è quello di lanciare un vero e proprio piano strategico al fine di far crescere il numero dei pazienti sotto controllo al 70% in soli 4 anni.

È certamente un’impresa ardua, visto che le statistiche palesano una reticenza da parte dei pazienti al confronto con il medico, ma gli esperti sono fiduciosi ed intendono realizzare una campagna di comunicazione e delle linee guida che tengano conto dei pazienti, dei medici di famiglia, dei farmacisti e dell’immissione in commercio di nuovi farmaci , anche in associazione di quelli già in uso.

Ipertensione: perché si è arrivati a questo punto?

Alla luce dei dati messi a disposizione della Siia è lecito chiedersi come mai si è arrivati a questo punto e perché, allo stato attuale, l’ipertensione è la prima causa di morte al mondo. La risposta, secondo gli esperti, risiede nel fatto che sussiste una “scarsa aderenza dei pazienti alla terapia” ed una mancanza di dialogo con il proprio medico di base.

Massimo Volpe, direttore della Cattedra di Cardiologia della facoltà di Medicina dell'Università di Roma La Sapienza, afferma che «non è facile far comprendere al paziente fino in fondo che la terapia per l'ipertensione va seguita». Tuttavia , qualsiasi sia il motivo che spinge i pazienti a trascurare questa importante patologia, va detto che nel 2012 non è possibile accettare che il 13% dei decessi sia dovuto all’ipertensione ed ai problemi cardiovascolari che essa comporta.<7strong> È dunque necessario agire tempestivamente.

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