Obesità

Il segreto per dimagrire? Evitare i cibi morbidi

Pubblicato: 18/03/2013 00 Commenti |
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Il segreto per dimagrire sta nella consistenza degli alimenti

La consistenza dei cibi incide in modo significativo sulle variazioni del nostro peso corporeo. Questo è quanto emerge da uno studio effettuato da uno staff di scienziati del Centro di Ricerca Nestlé in collaborazione con l’Università di Wageningen, nei Paesi Bassi, e pubblicato sulla rivista Appetite, secondo cui il segreto per dimagrire è evitare di consumare cibi morbidi.

Gli esperti olandesi hanno esaminato la relazione esistente tra la forma delle pietanze, la quantità di calorie assunte attraverso di esse e il tempo di masticazione. In seguito, sono giunti alla conclusione che masticare lentamente aiuta a perdere peso e, di conseguenza, i cibi morbidi che non richiedono una masticazione particolarmente duratura, tendono a far mangiare di più.

Masticare a lungo e mangiare cibi duri aiuta a perdere peso: perché?

Dunque, il segreto per dimagrire starebbe nella scelta degli alimenti e nella masticazione, ma qual è il motivo? Gli studiosi hanno spiegato che masticare lentamente consente di ingerire una quantità minore di cibo e, inoltre, i succhi gastrici hanno il tempo necessario di svilupparsi, rendendo migliore la digestione.

Inoltre, puree di verdure, pomodori pelati, crema e tutti gli altri cibi morbidi, non necessitano di masticazione e vengono digeriti molto più velocemente. Invece, gli alimenti di consistenza più solida costringono ad una maggiore masticazione e favoriscono il senso di sazietà. In questo modo, viene ridotta la quantità di calorie assimilate attraverso ciò che mangiamo.

Mangiare alimenti solidi per dimagrire: dati interessanti

Per giungere a tale risultato è stato effettuato lo studio su alcuni volontari che sono stati divisi in due gruppi: al primo sono state fatte mangiare verdure e bistecca ed al secondo è stato offerto passato di verdure e bistecca in pezzi. Gli esperti hanno notato che il primo gruppo ha consumato il 10% del pasto in meno rispetto al secondo e, inoltre, ha impiegato il 20% di tempo in più per consumarlo.

Questo vuol dire che i soggetti in questione hanno ingerito 10 gr di cibo in meno al minuto. Inoltre, è stato possibile dimostrare come la forma della pietanza è in grado di influenzare l’appetito. Infatti, è emerso che una porzione di purea di patate è meno appagante perché masticata poco, rispetto ad una equivalente porzione di patate, che necessita di numerose masticazioni prima di essere deglutita.

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